Corea del Sud: una donna su cinque minacciata di diffusione di immagini intime

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Corea del Sud: una donna su cinque minacciata di diffusione di immagini intime


Un recente studio internazionale ha rivelato che una donna su cinque in Corea del Sud è stata vittima di minacce riguardanti la diffusione di immagini intime, segnando il tasso più alto tra i dieci paesi esaminati.

La ricerca, condotta dalla RMIT University di Melbourne in collaborazione con Google, ha intervistato 16.693 adulti in dieci nazioni, tra cui 1.641 partecipanti dalla Corea del Sud. I risultati hanno mostrato che il 19,1% delle donne sudcoreane ha subito estorsioni sessuali, un fenomeno noto anche come “sextortion”.

Estorsione sessuale in Corea del Sud

La sextortion è definita come una forma di ricatto in cui si minaccia di diffondere foto o video intimi della vittima, a meno che questa non accetti richieste comportamentali o finanziarie. Tra gli uomini sudcoreani, il 9,4% ha riportato esperienze simili, il secondo tasso più basso tra i paesi studiati.

Dati a confronto

A livello globale, l’estorsione sessuale colpisce il 14,5% degli intervistati, indipendentemente dal genere, mentre il 4,8% ha ammesso di essere stato autore di tali reati. In generale, gli uomini sono stati più spesso vittime di colleghi o assistenti, mentre il tipo più comune di autore era un ex o attuale partner.

Un trend preoccupante tra le donne coreane

Un dato particolarmente preoccupante è l’alto tasso di donne sudcoreane che hanno ammesso di essere state autrici di estorsioni sessuali, pari al 16,3%. Questo è nettamente superiore rispetto all’intervallo tra l’1,1% e il 5,3% riscontrato negli altri paesi. Inoltre, il 15,2% delle donne coreane ha dichiarato di aver avuto esperienze sia come vittima che come autrice di tali reati, il tasso più alto tra tutte le nazioni esaminate.

Cause e implicazioni

Secondo Nicola Henry, ricercatrice principale e professoressa presso il Social Equity Research Centre della RMIT, la diffusa prevalenza di abusi sessuali basati sulle immagini in Corea del Sud potrebbe essere un fattore significativo che contribuisce a questi modelli distintivi. Henry ipotizza che alcune vittime, in risposta alle minacce, possano reagire con minacce reciproche.

Rebecca Umbach, coautrice dello studio e ricercatrice presso Google, ha sottolineato la necessità di ulteriori ricerche sullo sfruttamento sessuale tra adulti, un’area spesso trascurata rispetto a quella riguardante i minori. Umbach ha anche evidenziato l’importanza di sforzi congiunti da parte delle aziende tecnologiche e degli enti di regolamentazione per sviluppare politiche efficaci contro i reati sessuali.

Questo studio mette in luce una questione critica e invita a una maggiore attenzione e intervento per affrontare e prevenire l’estorsione sessuale, specialmente in contesti nazionali come quello della Corea del Sud, dove il fenomeno sembra essere particolarmente diffuso.