SEXTORTION: GLI ERRORI PIÙ COMUNI DI CHI NE PARLA ONLINE
Nel tentativo di informare il pubblico sul tema della sextortion, capita sempre più spesso di imbattersi in video, articoli o post che – pur mossi da buone intenzioni – commettono errori gravi.
Errori che, se non corretti, possono aumentare la confusione o persino mettere a rischio chi è già vittima di un ricatto.
Noi di ricattosessuale.it, con oltre 14 anni di esperienza sul campo, vogliamo chiarire i 4 fraintendimenti più pericolosi, spiegando cosa non funziona e cosa serve davvero.
❌ ERRORE #1 – “SEXTORTION = TRUFFA SESSUALE”
Confondere il ricatto sessuale reale con la truffa via email è un errore comune, ma pericoloso. La sextortion vera è estorsione, non truffa.
❌ ERRORE #2 – “TANTO I VIDEO NON LI PUBBLICANO DAVVERO”
Purtroppo sì, i video vengono pubblicati. E vengono inviati ai contatti con short link. Dire che “è tutto finto” fa solo sentire le vittime più sole.
❌ ERRORE #3 – “BASTA ANDARE ALLA POLIZIA POSTALE E IL PROBLEMA SI RISOLVE IMMEDIATAMENTE”
La denuncia è importante, e la consigliamo sempre, ma non è una soluzione immediata. Serve un intervento tecnico tempestivo soprattutto se vi sono già delle pubblicazioni. E spesso il problema si presenta nei weekend, quando gli uffici delle forze dell’ordine sono chiusi.
❌ ERRORE #4 – “BASTA UN GOOGLE ALERT PER TENERE TUTTO SOTTO CONTROLLO”
No, Google Alert non intercetta contenuti su siti porno né pagine temporanee. Pensare di essere “protetti” in questo modo è un’illusione pericolosa.
✅ COSA SERVE DAVVERO
-
Intervento tempestivo, 24/7
-
Blocco della diffusione
-
Protezione dei contatti social
-
Supporto tecnico e psicologico integrato
-
Collaborazione concreta con le autorità, senza sostituirsi a loro